Nuove Dipendenze

Nuove Dipendenze

Marta è il ritratto piuttosto fedele dell’adolescenza. Un corpo e una mente che sono un cantiere aperto, tanta teoria e poche parole nascoste dietro un aspetto spigoloso, un trucco aggressivo e una frangetta evidente. Viene in terapia da poche settimane e ad ora non ho il ricordo di un solo momento in cui non abbia avuto tra le mani il suo Iphone 6S, rigorosamente con lo schermo rotto e collegato ad un Power Pack.

Sento molta distanza quando sono in sua presenza. Parla malvolentieri, spesso lasciando le mie curiosità su di lei senza risposta per diversi secondi prima di appoggiarsi ad un gergo che rimanda l’ovvietà delle mie domande.

Sento di muovermi sui gusci d’uova, accompagnato continuamente dalla sensazione che la ragazza potrebbe andarsene da un momento all’altro, e scelgo di entrare in punta dei piedi nel suo mondo all’apparenza privo di coordinate: “accidenti Marta, sei bravissima con quell’Iphone”.

Sono sincero mentre lo dico e lei lo sente. Sono realmente colpito dalla velocità con la quale le sue dita corrono su quello schermo facendo succedere finestre su finestre, social su social, chat su chat, alle quali dà sempre un suo contributo: un’emoticon, un “AHAHAH” con sguardo spento, una condivisione.

Con qualche remora, mi mostra tutto ciò che quel telefonino le consente di fare: Instagram, Whatsapp, Facebook, SnapChat. Mi racconta come tutto quello che vedo, quelle foto profilo e tutti quei Likes e Followers, siano la sua vita, pezzi della sua identità.

Tanta è la cura che Marta dedica alla propria dimensione social. La assorbe, la chiama continuamente ad una corsa al “Like” per puntellare un’autostima e un’immagine di sé che sembra drogata di concretezza ed immediatezza. Da tempo ormai non ci sono più giorno e notte, né scuola e casa, né giusto o sbagliato, e gli effetti sono evidenti: il rendimento a scuola è crollato, persino la frequenza è diventata saltuaria; i rapporti sono brevi e superficiali, anche con i suoi genitori.

Ma tutto ciò non rappresenta un problema per Marta.

E’ semplicemente la sua visione della normalità.

 

– LE NUOVE DIPENDENZE –

 

Quando parliamo di dipendenza siamo portati immediatamente a pensare all’uso di sostanze e a quell’insieme di sintomi, reazioni e manifestazioni che tipicamente ne  accompagnano il consumo: l’intensa gratificazione che segue l’assunzione, lo stato di tensione che ne segnala l’assenza e il bisogno, i comportamenti di ricerca spesso caotici per ottenerla, ed i sensi di colpa che vanno a timbrare l’intera sequenza, precedendo l’inizio della successiva.

Le nuove dipendenze sono una realtà diversa e piuttosto recente. Sono anche chiamate dipendenze comportamentali e si differenziano dalle “vecchie” per l’assenza di una qualsiasi sostanza chimica alla quale sia legata la dipendenza; quest’ultima ha piuttosto per oggetto un comportamento o un’attività lecita e/o socialmente accettata come ad esempio utilizzare lo smartphone, fare acquisti, giocare ai videogames oppure fare shopping e guardare serie Tv.


Le nuove dipendenze si caratterizzano per l’assenza di una qualsiasi sostanza chimica alla quale sia legata la dipendenza


Il termine inglese “addiction” sintetizza perfettamente lo stato di profonda costrizione vissuto dal soggetto dipendente; è un termine di origine latina che significa “essere reso schiavo” e va volutamente a riferirsi alla ricerca dell’oggetto della dipendenza, il cui ottenimento va ben oltre il semplice piacere della conquista.

Esso è piuttosto essenziale per dare significato all’esistenza stessa.

 

 

– UN FENOMENO DIFFUSO? –

 

Quello delle nuove dipendenze è un fenomeno tutt’altro che passeggero, e si stima che le proporzioni siano destinate ad aumentare sempre di più, particolarmente in riferimento a giovani e giovanissimi ed all’utilizzo di Internet.

L’età media con la quale i bambini iniziano ad esplorare il web è sempre più bassa, e non è infrequente trovare bambini delle scuole elementari provvisti di telefono e connessione; anzi, un utilizzo più alleggerito si trova anche ad età precedenti, data la crescente ricerca di appoggio da parte dei genitori in video e cartoni su YouTube per calmare (e spesso anche solo intrattenere) figli annoiati.


L’età media con la quale i bambini si avvicinano al Web è sempre più bassa


Dunque, la scelta di rubricare all’interno del DSM V (Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) le dipendenze comportamentali accanto alle dipendenze da sostanze assume ancora più rilievo, particolarmente nello spostamento dell’attenzione dalla “sostanza” al legame dannoso che si instaura tra la persona e l’oggetto della sua dipendenza.

 

 

– QUALI CAUSE? –

 

Le nuove dipendenze sono un prodotto dell’età moderna, figlie di un’innovazione tecnologica feroce, continua ed incessante che a caratteristiche di comodità ha aggiunto quelle di sovrabbondanza. Il bisogno è creato e soddisfatto a ritmo costante e ciò contribuisce a creare una gratificazione ad orologeria, breve, quasi inafferrabile e che nel momento stesso in cui è raggiunta ci proietta verso il desiderio successivo, lasciandoci in profondi stati di noia ed insoddisfazione.

Da qui la ricerca e la disponibilità di una gratificazione immediata, “fast food” quasi, che se ad un momento ci protegge dalla frustrazione dell’attesa, allo stesso tempo vizia la nostra mente e il nostro corpo.


La nostra è un’epoca nella quale il bisogno è creato e soddisfatto a ritmo costante


Diversi studi hanno infatti chiarito la fondamentale implicazione del Nucleus Accumbens nella genesi e mantenimento della dipendenza; in questa specifica area del nostro cervello ha sede il circuito della gratificazione, ovvero la “chimica” (c’è una grande concentrazione di Dopamina, il neurotrasmettitore che accompagna le cose che ci piacciono) del comportamento motivato e del desiderio di vivere nuovamente un’esperienza piacevole.

La continua attivazione di questo circuito è esattamente ciò che porta un comportamento normale e quotidiano, a divenire una routine prima e una necessità poi, andandosi a configurare come un’esigenza vitale e non rimandabile.

 

 

– TRATTAMENTO –

 

L’intervento sulla dipendenza è particolarmente delicato poiché, sfortunatamente, spesso richiede una grande compromissione della qualità della vita in molte delle sue dimensioni perché la persona possa riconoscerne la natura problematica.

Ciò è particolarmente vero nel caso degli adolescenti; i ragazzi, essendo nativi digitali (ovvero nati dopo la creazione di Internet) sono nati e cresciuti “online” ed hanno avuto a disposizione, ed hanno tutt’ora, strumenti che le precedenti generazioni hanno scoperto in una fase della vita e della maturazione psichica molto avanzata rispetto alla loro.


Per superare una Dipendenza è necessario che la persona la riconosca come problematica


Spiegare ad un’adolescente, oggi, che la vita non è su Facebook ma con un pallone in un parco, è una scommessa pericolosa quando non persa in partenza, e contribuisce a blindare un problema che è riconosciuto come tale da genitori ed insegnanti, ma non dal ragazzo stesso, che di base mancherà della qualità necessaria alla guarigione: la motivazione al cambiamento.

Ecco dunque l’importanza di riconoscere preventivamente i segnali della presenza di un comportamento dipendente e di rivolgersi ad una persona esperta che sappia far breccia nelle grandi auto-rassicurazioni orientate a garantirsi un controllo sul problema.

La Psicoterapia si è mostrata estremamente efficace nella cura delle dipendenze. Terapeuta e paziente concordano un piano d’intervento che viaggia su due diversi binari: da un lato la gestione del sintomo, ovvero la ricerca continua dell’oggetto della dipendenza, dall’altro l’utilizzo di uno spazio di confronto settimanale per cogliere le motivazioni sottostanti all’intenso bisogno di gratificazione che ha generato la dipendenza.

 

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