8:15. Suona la sveglia. Qualche istante per sperare che questa non sia realmente la mia vita e per impedire all’amarezza ed alla delusione di confermarmelo.
Inizia la conta dei “dovrei”.
Dovrei alzarmi e iniziare la giornata. Dovrei sentirmi energico e riposato. Dovrei avere degli scopi. Dovrei.
Ma da quasi un anno i miei risvegli non sono niente di tutto questo, sono solo attimi nei quali sto con il naso premuto alla finestra in attesa del ritorno di me e della voglia di vivere, al termine dei quali c’è spazio solo per lo sconforto e un cupo senso di sfiducia, non più per un “magari domani”.
E allora dormo ancora; per togliere tempo al tempo, per ridurre quelle finestre di veglia che occupo rivedendo infinite volte il film del mio passato, maledicendo il mio presente e il pantano di tristezza nel quale mi ritrovo, e piangendo un futuro che non ha più coordinate.
12.50. A fatica mi alzo. Non ho fame oppure niente sembra stuzzicare il mio appetito, bevo un fondo di caffè amaro mentre mi passo una mano sul volto quasi a sentire che ci sono; la barba è lunga e ispida, sono settimane che non la taglio. Per un momento penso anche di farmi una doccia e vestirmi ma poi ecco tornare la sensazione che sia tutto inutile e senza senso, che il mondo sia troppo difficile per essere affrontato e che forse sarebbe una buona idea farla finita.
Torno allora prigioniero della mia mente, così potente da annullare il mio corpo che rimane seduto, immobile per ore, a fissare il vuoto ed a cercare anche solo un motivo per non sentirmi debole e fallito.
Sono interrotto dallo squillare del telefono. E’ Gianluca, che ancora una volta con i suoi “non puoi andare avanti così” proverà a scuotermi dal mio torpore.
Ma fallirà anche oggi. Esattamente come me.
Il senso di impotenza mi assale. Lo sento nelle ossa, lo respiro, a ricordarmi che non c’è soluzione o aiuto nel quale io possa sperare.
Allora cedo. Annientato nel corpo e nello spirito. Punto la sveglia alle 8:15 e mi abbandono nuovamente al sonno.
La Depressione è tutto questo, e anche di più.
Tipicamente, le persone che presentano questa diagnosi hanno una sintomatologia molto evidente, caratterizzata da perdita di interesse e disinvestimento rispetto la quotidianità, pensieri fortemente orientati in senso pessimistico e, più generalmente, un peggioramento complessivo del proprio funzionamento in tutte le sue dimensioni: personale, sociale e lavorativa.
La Depressione è dunque un Disturbo dell’umore che coinvolge allo stesso tempo la sfera Affettiva, Cognitiva e Comportamentale del paziente, e si accompagna ad evidente apatia ed assenza di coinvolgimento anche in attività precedentemente considerate piacevoli, temi di pensiero negativi ricorrenti e marcata assenza di fiducia nel futuro, e rispetto sé stessi e gli altri.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha da tempo lanciato l’allarme rispetto il preoccupante diffondersi della depressione in tutto il mondo. Tralasciando la particolare incidenza del disturbo nei paesi più ricchi e cosiddetti “felici”, è stato stimato che nel mondo quasi 300 Milioni di persone soffrano o abbiano sofferto di Depressione, e che entro il 2030 sarà la prima causa di morte nel mondo, anche più dei decessi per malattie organiche.
Questi dati hanno giustificato, e giustificano tutt’ora, campagne di sensibilizzazione rispetto al riconoscimento dei sintomi che tipicamente accompagnano un Episodio Depressivo Maggiore (EDM), allo scopo di ostacolare la stretta correlazione che ha con ideazioni suicidarie e/o tentativi attivi di compiere il suicidio stesso.
Secondo il DSM-5 i criteri per poter fare diagnosi sono:
A – La presenza di cinque o più tra i sintomi seguenti per un periodo di almeno due settimane con significativa alterazione del normale funzionamento dell’individuo. Almeno uno dei sintomi deve essere l’umore depresso o la perdita di interesse e piacere nel fare le cose:
B – I sintomi causano un significativa sofferenza o comunque problematiche nell’area sociale, occupazionale o altre aree o funzioni significative.
C – L’episodio non è collegabile ad effetti psicoattivi di sostanze o farmaci
D – L’evento depressivo maggiore non è meglio spiegato da altri disturbi come: disturbo schizo-affettivo, schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo delirante o altri specifici o aspecifici disturbi dello spettro psicotico.
E – Non si è mai verificato un episodio di mania o ipomania. Questo criterio non si applica agli episodi di mania o ipomania la cui causa è effetto di sostanze, farmaci o altre condizioni mediche.
Non esiste una singola causa all’origine di un Episodio/Disturbo Depressivo Maggiore, bensì sono stati individuati diversi ordini di fattori ritenuti responsabili, e sono riconducibili a tre aree distinte: Genetica, Biologica e Psicosociale.
Numerosi studi hanno contribuito a sottolineare l’importanza di variabili di natura Genetica nelle genesi della Depressione, dal momento che è stato riscontrato un elevato tasso di concordanza in coppie di gemelli omozigoti ed eterozigoti nonché tra membri appartenenti allo stesso nucleo familiare; in parole povere, avere un congiunto affetto da Depressione ci rende più vulnerabili, dipendentemente dal grado di parentela, allo sviluppo della sintomatologia depressiva.
In aggiunta, è stato possibile dimostrare l’origine Biologica del DDM misurando i livelli di alcuni neurotrasmettitori che sono risultati piuttosto impoveriti alla presenza della Depressione; nel particolare, sembra che le difficoltà cognitive, affettive e relazionali siano una diretta conseguenza della diminuzione dei livelli di Serotonina, Dopamina e Noradrenalina.
Tuttavia, ciascuno di noi è indissolubilmente legato al proprio “ambiente” ed alla propria cultura di appartenenza, e da questi contesti possono derivare una serie di esperienze che sono spesso vissute come perdite gravi o come fallimenti, e che predispongono allo sviluppo della Depressione, come ad esempio un licenziamento, la fine di una relazione importante, problemi economici, pesanti conflittualità, malattie invalidanti e perdita della propria libertà.
Numerosi trials clinici hanno evidenziato come la Psicoterapia, eventualmente abbinata ad un intervento di tipo Farmacologico e/o un percorso di Mindfulness, sia molto efficace nella cura e rimessione della sintomatologia Depressiva, anche in tempi piuttosto brevi.
Nello specifico, diventa importante comprendere i temi di pensiero negativi e perseverativi che affliggono la mente del paziente Depresso, promuovendo il recupero di un più funzionale stile di pensiero. Ciò potrà favorire la riattivazione comportamentale, ovvero il graduale recupero delle attività quotidiane e dell’esperienza di piacevolezza nel vivere, prestando allo stesso tempo attenzione a quei fattori, particolarmente di natura relazionale, che possono aver contribuito ad innescare e mantenere la macchina depressiva.
Black Dog Esci dal tunnel della depressione