Ansia Da Separazione

Ansia Da Separazione

Luca ha 8 anni; è un bel bambino, ha l’aspetto dolce e un po’ goffo, e vuole tanto bene ai suoi genitori. Un bene dell’anima. Mamma e papà sono sempre stati molto contenti di ciò, gratificati da un affetto caldo e profondo e che in tante occasioni ha portato Luca a preferirli alla compagnia dei coetanei o al conforto dei propri giochi.

Negli anni, però, il continuo desiderio della loro presenza ha portato quello stesso sentimento a mutare in qualità e quantità, assomigliando sempre più ad una cravatta troppo stretta. Ma in fondo è tipico di questa età, “Luca è un bambino molto sensibile” amano ripetere spesso.

Peccato che quella sensibilità, da qualche tempo, sia andata via via sempre più assumendo i contorni della paura. Calda e profonda. Sembra iniziare e crescere ogni volta che Luca debba separarsi dai genitori, anche per pochi istanti, e sembra placarsi solo al momento del ricongiungimento, quando il volto trasfigurato dal terrore torna dolce e un po’ goffo, come sempre.

La mamma e il papà comprendono la difficoltà del figlio, e decidono di aiutarlo a contenere quel sentimento così intenso, spesso chiedendogli una verifica della realtà: “lo vedi che siamo tornati?” oppure “Non ti preoccupare, guarda, vado soltanto fino alla cassetta delle lettere”. 

Ma Luca è vorace di rassicurazioni, sembrano non bastare mai, e pian piano la sua ansia arriva ad avvolgere e complicare ogni aspetto della quotidianità: impossibile lasciarlo in macchina per scendere a comprare il giornale, impossibile andare al bagno da solo, impossibile dormire nel proprio letto; mentre il bambino espande sempre più i confini della propria fragilità, i genitori vivono in un limbo, disorientati tra comprensibili emozioni di rabbia e costrizione e tendenze a puntellare le tante, troppe, insicurezze del figlio.

 

– REGOLA O ECCEZIONE? –

 L’ansia da separazione è una condizione piuttosto diffusa tra i giovanissimi, ed ancor più comune tra i bambini in età scolare, ovvero quando l’esperienza del distacco e dall’allontanamento dalla famiglia inizia ad assumere contorni netti e definiti.

Ciononostante, non è immediato coglierne i segnali, né da parte dei genitori e tantomeno agli occhi di chi osserva, perché tende a mostrarsi sotto forme molto alleggerite, evocando emozioni di comprensione e tenerezza che contribuiscono ad alimentare e mantenere la difficoltà del bambino nello svincolo.


L’ansia da separazione è una fase di passaggio


Bene è tenere a mente che l’Ansia da separazione è una fase di passaggio che caratterizza tutti i bambini di età molto piccola e che tende spontaneamente ad attenuarsi e scomparire nell’arco della crescita. Quando però gli effetti persistono anche al compimento del quinto/sesto anno di età, il DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) parla di Disturbo d’Ansia da Separazione definito dalla presenza dei seguenti sintomi:

  • Difficoltà persistente a lasciare i genitori/persona di riferimento o l’abitazione.
  • Timore costante ed eccessivo che possa accadere qualcosa di tragico a un genitore/persona di riferimento.
  • Timore costante ed eccessivo che si possa essere vittima di incidenti o rapimenti mentre si è soli.
  • Rifiuto fermo e sistematico di allontanarsi da casa o di rimanere a casa da soli.
  • Incubi ripetuti di separazione dai genitori/persona di riferimento o di perdersi in un luogo ignoto.
  • Comparsa di sintomi e malesseri fisici (veri o presunti), come mal di testa, dolori addominali ecc. ogni volta che ci si deve allontanare da casa o dai genitori/persona di riferimento.
  • Tendenza a essere molto “appiccicosi”, invadenti, a richiedere attenzione e presenza costanti.
  • Umore ansioso e depresso, apatia e disinteresse, irrequietezza e forte malinconia se costretti a restare soli lontano da casa.

 

– QUALI CAUSE? –

Le cause dell’ansia da separazione non sono certe, anzi, col passare degli anni si è preferito abbandonare l’idea di etichettare un singolo elemento come responsabile, e si è preferito individuare una serie di fattori predisponenti alle caratteristiche sopra descritte.

Tipicamente, questi bambini provengono da famiglie molto unite e caratterizzate da alti livelli di emotività espressa. In questi nuclei, la mamma è spesso attenta e premurosa e, mossa dal desiderio di offrire protezione al figlio e facilitargli l’esperienza del mondo, tende ad anticiparne desideri, richieste e soluzioni. Se questo gratifica le tante piccole esigenze del bambino, può d’altra parte contribuire a generare una staticità da parte sua, nella quale c’è il rischio che la naturale frustrazione che si accompagna alle difficoltà possa essere vissuta come pericolosa ed attivamente evitata.


Tipicamente questi bambini vivono in famiglie molto premurose e mosse dal desiderio di facilitargli l’esperienza del mondo


Ruolo particolare poi, è rivestito dalla figura paterna, spesso e volentieri spettatore di una relazione madre-figlio così esclusiva, e che fatica nell’introdursi all’interno della coppia, e mantenendo un ruolo regolatorio e rassicuratore.

Fallisce dunque il compito di portare il bambino ad orientare il proprio sguardo ed interesse al mondo esterno, inesplorato e frustrante, e fonte di una tensione che assume l’aspetto di pericoli incombenti sulle figure di (troppo) riferimento, ovvero mamma e papà.

 

– TRATTAMENTO –

L’intervento terapeutico sull’ansia da separazione prevede un doppio tavolo di lavoro che accolga, parallelamente, il bambino e la famiglia. Dipendentemente dall’approccio terapeutico più gradito, sarà possibile prevedere spazi comuni o separati nei quali portare il bambino a potenziare le risorse necessarie a riprendere quell’esplorazione gioiosa e spensierata dell’esterno che appartiene alla sua età, potenziandone l’autoriflessività e la capacità di regolare le emozioni più intense;  allo stesso tempo, individuare con i genitori la “giusta distanza” dalla quale osservare ed accompagnare la crescita del figlio, imparando a non cedere all’impulso della rassicurazione ed a tollerare il “danno” piuttosto che a prevenirlo.

 

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