Insonnia

Insonnia

“Il momento peggiore della giornata. Questo è la notte per me. Quando si avvicina la sera inizio a sentirmi tesa, preoccupata, smetto di godermi quello che sto facendo e nella mia mente c’è spazio per una sola maledetta domanda: dormirò? ce la farò stavolta? E la mia vita finisce in pausa.

Non è sempre stato così, sa? Fino a qualche tempo fa dormivo serenamente. Certo, poteva capitare che dormissi di meno o che non riposassi, ma mai mi era successo di stare sveglia così a lungo. Non mi era mai capitato di sentirmi così frustrata, di maledirmi per non saper più fare qualcosa che non mi è stato insegnato ma che ho fatto sempre naturalmente, ed ora non so più fare.

Io ho disimparato come si dorme.

Provo ad andare a letto il più rilassata possibile ma niente, sono sveglia, addirittura più che al mattino. In quei momenti potrei lavorare o risolvere espressioni, la mia mente è un vulcano. Io provo, tento disperatamente di calmarmi, e magari per un attimo ci riesco, ma quando guardo quel maledetto orologio e vedo l’1:18, oppure le 3:47, e realizzo che dovrò alzarmi entro poche ore, lì cedo; mi viene da piangere, e da gridare. Spesso ho voglia di colpirmi la testa come se questo servisse a farla spegnere, anche solo per un maledetto secondo. Così dormirei, come poi mi succede in un modo o nell’altro, ma sempre troppo tardi, e sempre troppo poco.

Ormai sono arrivata a gioire di due ore di sonno, e penso di dover accettare che sarà così per sempre”.

 

Questa descrizione così cruda ed intensa, è l’Insonnia.

La paziente, una donna di 46 anni, arriva a chiedere aiuto allo stremo delle forze. Non ce la fa più. La mattina a combattere con la stanchezza, il pomeriggio a lottare con l’ansia e la preoccupazione. Semplicemente non ce la fa più. I ripetuti fallimenti in “un’attività” così naturale e così centrale della sua vita, ne hanno fiaccato la resistenza e ancor più la speranza: è certa che non tornerà mai più a vivere il sonno con desiderio e non con timore.

 

– QUANDO PARLIAMO DI INSONNIA? –

 

Nonostante siano diffuse e molto frequenti le autodiagnosi di Insonnia, è bene chiarire esattamente in quali condizioni di compromissione sia effettivamente lecito parlare di Disturbo, dal momento che transitorie difficoltà nel prendere o mantenere il sonno caratterizzano la vita di ciascuno di noi, nessuno escluso. Questa distinzione può venire in aiuto di tutti coloro che, frettolosamente, hanno la spinta ad etichettarsi come malati, ma che in realtà stanno scoprendo una delle tante fluttuazioni delle quali è oggetto il nostro organismo. Definirsi insonni per qualche notte “in bianco”, avrebbe lo stesso significato di proclamarsi depressi per qualche giorno di umore nero. Semplicemente può accadere.


Transitorie difficoltà nel prendere o mantenere il sonno caratterizzano la vita di ciascuno di noi


A questo proposito, giunge in nostro aiuto il DSM V, che parla di Disturbo da Insonnia in presenza di una ripetuta difficoltà ad iniziare e/o mantenere il sonno, tale che esso risulti insoddisfacente nella durata e nella qualità.

 

  1. A) Viene riferita una predominante insoddisfazione riguardo la quantità o la qualità del sonno, associata a uno o più dei seguenti sintomi:
  • ? Difficoltà a iniziare il sonno (nei bambini, questa può manifestarsi come difficoltà a iniziare il sonno senza l’intervento di una persona che se ne prende cura).
  • ? Difficoltà a mantenere il sonno, caratterizzata da frequenti risvegli o problemi a riaddormentarsi dopo essersi svegliati (nei bambini, questa può manifestarsi come difficoltà a riaddormentarsi senza l’intervento di una persona che se ne prende cura). •? Risveglio precoce al mattino con incapacità di raddormentarsi.

 

  1. B) L’alterazione del sonno causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo, scolastico, universitario. Comportamentale o in altre aree importanti.

 

  1. C) La difficoltà del sonno si verifica almeno tre volte alla settimana. D) La difficoltà del sonno persiste per almeno tre mesi.

 

  1. E) La difficoltà del sonno si verifica nonostante adeguate condizioni per dormire.

 

  1. F) La difficoltà del sonno non è meglio spiegata da, e non si verifica esclusivamente durante il decorso di, un altro disturbo del sonno-veglia.

 

  1. G) L’insonnia non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza.

 

  1. H) Disturbi mentali e condizioni mediche coesistenti non spiegano adeguatamente il disturbo predominante dell’insonnia.

 

– PERCHE’ NON RIESCO PIU’ A DORMIRE? –

 

Cercare una risposta specifica a questa domanda significa addentrarsi in un territorio rischioso, dal momento che raramente l’insonnia è la conseguenza di un singolo fattore, quanto piuttosto spesso consegue a diverse cause, tra le quali scelte o abitudini che se non vogliamo definire criticamente sbagliate, quantomeno non promuovono una buona “igiene del sonno”.

Innanzitutto, risulta opportuno distinguere tra fattori di innesco e fattori di mantenimento, ovvero tra ciò che potrebbe aver causato la prima notte bianca e le strategie che successivamente sono state adottate dal soggetto nel comprensibile tentativo di arginare il problema ma che, purtroppo, l’hanno solamente peggiorato.


Tipicamente i primi episodi di insonnia possono essere l’epilogo di periodi di intenso stress e preoccupazioni


Tipicamente, primi episodi di insonnia possono essere l’epilogo di periodi di intenso stress e preoccupazioni (culminabili anche in possibili episodi di panico), o la conseguenza di esperienze particolarmente turbanti che sono andate ad alterare quell’incredibile armonia ed equilibrio di elementi che è il sonno; tant’è vero che, solitamente, il paziente che soffre di insonnia ricorda perfettamente il momento in cui quell’armonia è venuta a mancare, ed ha sperimentato per la prima volta difficoltà nell’addormentarsi.

Diversa ma non minore importanza hanno poi i fattori di mantenimento, in parole povere i tentativi del paziente di venire a capo del problema; ad esempio guardare la tv a letto per diverso tempo sperando di addormentarsi, oppure farsi una doccia prima di coricarsi, oppure ancora tentare di prendere il controllo della propria mente costringendosi a non preoccuparsi ma, contemporaneamente, monitorando in modo esasperato i segnali interni per capire se il sonno sta arrivando.

 

– SI GUARISCE DALL’INSONNIA? –

 

Chi arriva a sviluppare un Disturbo da Insonnia spesso arriva a chiedere un aiuto quando il problema risulta arricchito da mesi di frustrazioni e tentativi di soluzione, e si rende necessario mettere “ordine sulla scrivania”, soprattutto affrontando le tante teorie del paziente sulla propria difficoltà, spesso fomentate dal peggior Dottore possibile: Google.


L’insonnia non è un ergastolo


Il primo obiettivo che si pongono Paziente e Terapeuta è quello di escludere, prima di tutto, la presenza di fattori organici e di una condizione medica; poi diventa importante conoscere il problema e sfatare i tanti miti sull’insonnia, che contribuiscono ad adottare soluzioni che mantengono il problema piuttosto che risolverlo.

L’Insonnia non è un “ergastolo” né una condizione irreparabile; se affrontata nel modo giusto, può arrivare a risolversi anche in tempi molto brevi, portando il paziente a comprendere i motivi per i quali si è verificata, a non considerare la propria mente come un organo passivo sul quale non avere alcun potere ed a recuperare la naturalezza nel dormire.

 

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