EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

L’EMDR è un approccio terapeutico di relativa recente introduzione e che concentra il proprio focus di intervento sui processi di desensibilizzazione (l’intensità emotiva legata al verificarsi di un’esperienza tende a diminuire al ripetersi di quell’esperienza) e riprocessamento dell’informazione attraverso i movimenti oculari, mantenendo una stretta connessione con la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale; infatti, anche l’EMDR si inserisce nel più recente aggiornamento della terapia cognitiva che mira a concedere importanza e nuova considerazione al ruolo del corpo nel processo di cambiamento terapeutico, ipotizzando che la genuinità delle manifestazioni corporee possa essere un’importante strada per arrivare a comprendere i significati della sofferenza psicologica.

Il razionale della Terapia EMDR prende origine da una felice intuizione di Francine Shapiro la quale, circa vent’anni fa, comprese come la stimolazione dei movimenti oculari, applicata mentre la mente è concentrata su pensieri o ricordi spiacevoli, facilitasse l’elaborazione di tali esperienze, “disinnescando” la carica emotiva che ad essi si accompagnava e che continuava a turbare l’equilibrio della persona. Il lavoro del paziente e del Terapeuta, dunque, si concentra primariamente sull’individuazione di avvenimenti particolarmente stressanti per il primo, e mira a facilitarne il confronto e la conseguente elaborazione attraverso la stimolazione bilaterale degli occhi; diverse infatti sono le evidenze scientifiche che vanno a corroborare l’ipotesi secondo la quale l’informazione traumatica, o comunque emotivamente intensa, possa essere tenuta a distanza grazie all’intervento di meccanismi protettivi orientati a proteggerci dalla sofferenza, e che rimandano un confronto doloroso ma necessario per lasciare veramente il passato nel passato. L’EMDR offre la possibilità di rimettere mano a questi vissuti, consentendo un’espressione genuina delle emozioni e un rapporto meno faticoso con il ricordo, all’interno di una cornice relazionale di collaborazione, comprensione ed empatia.